La sindrome dell'impostore è la tua migliore amica
È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza. - Socrate
Hai una riunione importante. Un progetto nuovo. Un'occasione che aspettavi da tempo.
Eppure, invece di sentirti carico, ti senti... inadeguato. Hai paura. È come se tutto quello che hai fatto fino ad oggi fosse nulla.
Una voce dentro sussurra: "E se non fossi abbastanza? E se andasse tutto male? E se non riuscissi a fare quello che si aspettano?"
Benvenuto nella sindrome dell'impostore.
L'ho sentita anch'io
L'ho sentita quando ho parlato in pubblico per la prima volta. Il cuore che batteva forte, le mani sudate, la sensazione di essere un imbroglione pronto a essere smascherato.
L'ho sentita quando ho lanciato il mio primo progetto di start-up. Ogni decisione sembrava sbagliata prima ancora di prenderla.
L'ho sentita quando ho iniziato a scrivere queste newsletter, con l'idea che qualcuno, là fuori, potesse leggerle veramente. (E ti sono grato perché la stai leggendo in questo momento.)
Il paradosso dei competenti
Sai qual è la cosa assurda? Spesso le persone più preparate sono proprio quelle che si sentono meno all'altezza.
Perché conoscono i propri limiti. Vedono tutto ciò che non sanno. Si confrontano con chi, invece, sembra sicuro, deciso, incrollabile.
Ma pensa allo zio che tutti abbiamo, quello che crede di sapere sempre tutto lui. Chi ha una fede incrollabile nelle sue convinzioni raramente è aperto al cambiamento e al dibattito, vero?
Una frase che mi ha cambiato la vita
Avevo 16 anni. Ero sul lungomare di Salerno in una mattina di sciopero, come spesso capitava me ne andavo alla Feltrinelli.
Non ricordo che libro presi da leggere quella tranquilla mattina, ma ricordo perfettamente questa frase che mi ha accompagnato da allora:
"Costui crede di sapere mentre non sa; io almeno non so, ma non credo di sapere. Ed è proprio per questa piccola differenza che io sembro di essere più sapiente, perché non credo di sapere quello che non so." – Socrate
È stato come se mi si fosse aperto un mondo.
Iniziavo a vedere tutto diversamente - le persone intorno a me, i miei docenti, me stesso. Capivo che il problema non era il dubbio. Il problema era pensare di sapere tutto.
Il dubbio come bussola
Quel senso di limite, quella voce che ti fa dire "chissà se ce la faccio"... è un buon segno.
Vuol dire che sei vigile. Che ti metti in discussione. Che hai voglia di scoprire. Che la fiamma della curiosità ti spinge a voler sapere sempre di più, a uscire dalla tua zona di comfort.
Non stai facendo finta di sapere tutto. Al contrario, stai cercando davvero di imparare.
Il vero saggio, dice Socrate, è colui che sa di non sapere. Perché solo chi riconosce il vuoto può accogliere qualcosa di nuovo. Chi invece si crede già pieno smette di ascoltare, di confrontarsi. Smette di crescere.
Nonsapreiproprio
È per questo che quando creai il profilo su Instagram, nel lontano 2010, decisi di scegliere come nickname: nonsapreiproprio.
A volte me lo chiedono: "Ma perché ti chiami così? Non è un po'... limitante?"
Nonsapreiproprio è il mio modo di stare al mondo. Con curiosità. Con fame. Con rispetto per ciò che ancora non so.
Viviamo in un'epoca in cui bisogna avere sempre un'opinione pronta, una risposta secca, una certezza a tutti i costi. Io preferisco il dubbio. Preferisco lo spazio vuoto.
Non per restarci dentro, ma per riempirlo, giorno dopo giorno.
Ogni volta che dico "nonsapreiproprio", in realtà sto dicendo:
"Voglio scoprirlo"
"Voglio migliorarmi"
"Voglio essere qualcosa in più rispetto a ieri"
La strada giusta
Molti vivono mostrando solo la parte piena del proprio bicchiere. Io cerco di guardare anche quella vuota. Non per rimanere vuoto, ma per non smettere mai di riempirmi.
Non è rassegnazione, non è finta modestia. È voglia di crescere.
Se anche tu ti senti così - incerto, curioso, un po' in bilico - forse sei già sulla strada giusta. Quella di chi non si accontenta di essere solo ciò che è oggi.
Quindi, la prossima volta che senti quella vocina dell'inadeguatezza, prova a sorriderle. E ringraziala.
Ti sta ricordando che hai ancora tanto da imparare. E questa è la notizia migliore di tutte.
Socrate diceva: "Io so di non sapere." Io non saprei proprio, ma voglio scoprirlo.
Se ti va di parlarne, scrivimi. Oppure prendiamoci un caffè virtuale: https://tidycal.com/andreacesaro/pausa-caffe-con-andrea
A presto,
Andrea Cesaro
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