#O1 La partenza
Chi parte, sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca. - Michel De Montaigne
Ciao,
è partita la newsletter. Al momento sono nel mio co-working preferito, praticamente quasi sotto casa. Per Londra 20 minuti a piedi sono davvero percepiti come sotto casa. Come cambiano le percezioni a seconda del contesto.
Ma ora sai che faccio? Condivido la foto di mente sto scrivendo questa newsletter su instagram come riprova social per me stesso così non procrastino e la faccio uscire.
Ad oggi ho deciso che ogni nostro appuntamento inizi con una citazione. Una citazione che è legata in qualche modo al mese in cui darò vita ad una nuova pagina di questo nostro appuntamento. Non necessariamente deve essere di autori noti, può essere mia o di qualche mio conoscente, insomma che si collega alla tematica ogni mese mi spinge a farmi uscire un pò con la testa fuori dalla mia zona di comfort.
Queste e tutte le successive pagine di questa newsletter condividono un tratto distintivo: la scrittura espressiva.
Gli esercizi di scrittura espressiva consistono in sessioni consecutive di 10-20 minuti durante i quali si scrive ciò che si sente (emozioni) e si pensa ( pensieri) su un determinato argomento (un evento passato, una sfida attuale, un obiettivo futuro).
In queste sessioni è importante scrivere liberamente, senza preoccuparsi di punteggiatura, errori grammaticali o altre convenzioni linguistiche. L'obiettivo è quello di esprimere se stessi in modo naturale e senza filtri.
MO bast! Veniamo a noi!
Chi parte, sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca.
Cit. Michel De Montaigne
In realtà per chi è campano questa citazione l’associa ad un film di Troisi, Ricomincio da Tre, pronunciata da Lello Sodano.
Questa frase è un po ' una costante della mia vita, che mi ha spronato spesso ad intraprendere nuovi cammini.
Chi parte, sa da che cosa fugge.
Ma come mai intraprendiamo un nuovo cammino? Spesso fuggiamo da qualcosa che non ci piace o che ci fa soffrire, a volte fuggiamo da contesti che ci fanno sentire soffocare, insomma c’è sempre una motivazione. Non deve essere per forza una motivazione negativa, anzi, c’è chi va via per scoprire nuove realtà, per allargare i propri orizzonti, per contaminarsi e confrontarsi con altre culture.
Se penso a questo aspetto non posso che pensare a due miei amici che tra qualche settimana si trasferiranno in Uk con la loro bellissima bimba. Madonna quant’è bellinaaa, mi credi se ti dico che è la prima bambina che io abbia mai avuto in braccio! 😍
Si trasferiranno perché essendo ancora giovani hanno la possibilità di esplorare nuovi orizzonti e offrire possibilità migliori alla propria famiglia. È una cosa che ho apprezzato tantissimo, spesso ci si rifugia nel nostro comfort nonostante non ci si sente appagati. In questi casi è facile dire: << no, ma alla fine sto bene dove sto, tutto sommato vivo bene >> e altre cose del genere.
Lo so bene l’ho fatto per anni! Da piccolo sentivo l’esigenza di voler vedere il mondo con occhi nuovi, e per questo motivo scelsi di fare le superiori molto lontano da casa. Ricordo ancora la sveglia alle 6 per poi prendere il bus alle 6.30 per entrare a scuola alle 8!
Mi dirai: ma dove cacchio andavi a scuola?
Nocera Superiore - Salerno non sono molti Km ma sai, l’accoppiata viabilità e servizi pubblici di un certo tipo dilatano lo spazio tempo e anche le sacre scritture!
Poi dopo, crescendo non ho avuto più coraggio, mi cacavo sotto dalla paura. Sentivo di dover andare via, in Inghilterra o in America (queste mete erano legate più al mio passato di sviluppatore) ma non ho avuto mai il coraggio.
Mi sono raccontato per anni un sacco di palle:
Non sai l’inglese
Non hai soldi
Non troverai mai un lavoro con il tuo livello di inglese
Alla fine stai bene dove stai, hai tutto quello che vuoi, ò sol ò mar
Puoi fare impresa con chi non capisce nulla di digitale, basterà fare qualche sforzo in più ecc
Poi un giorno è scattata la scintilla e a 34 anni (Ci ho fatto anche un video vedilo) mi sono trasferito a Londra, credimi è la cosa migliore che abbia mai potuto fare in tutta la mia vita. Se potessi incontrare me stesso da giovane di 19 anni non gli direi vai in inghilterra, lo prenderei e porterei qua, senza se e ma!
Ma non sa che cosa cerca.
Ma menomale dico io, così ci lasciamo un po ' trascinare dalla serendipità!
In realtà in cuor nostro secondo me sappiamo cosa cerchiamo. Il solo fatto di essere lontani da tutto quello che fino a qualche giorno primo ci etichettava, ci omologava, ci incastrava in abitudini legate alle circostanze sociali, in un posto nuovo un po' questa cosa si dissolve e lascia spazio per poter ricostruire passo passo chi noi sentiamo di voler essere.
Ricordi come 20 minuti a piedi sono diventati sotto casa? È cambiato il contesto e la percezione. Un posto nuovo non deve essere per forza un luogo fisico, anche un contesto socio culturale diverso a volte fa miracoli.
Nonostante ciò sono fortemente convinto che una persona però non cambierà mai al 100% ma può arricchire la propria vita e personalità con un sacco di esperienze. Mattoncini che si vanno ad incastrare nello spazio libero che lasciamo da dove fuggiamo.
La selezione di queste esperienze è strettamente legata a parer mio ai valori che ci portiamo dietro. Essi sono la nostra bussola, che bene o male ci danno una direzione per arrivare dove vogliamo. L’importante è muoversi e tutto si muoverà.
Le esperienze le immagino come le tessere di un puzzle, sappiano che non è quello il posto giusto, l’incastro è simile, ma non è proprio quello che mi serve, il colore è simile ma non è quello. Allargando la visuale vedo altri pezzi. Provando e riprovando, trovo il pezzo esatto che mi serviva. L’importante è non fermarsi!
Infine, altrimenti questa newsletter diventa una bibbia, e perchè se continuo ti spoilero una cosa che accadrà a Febbraio ti lascio una riflessione e una domanda.
La riflessione è questa:
In questi anni che sono venuto a Londra comunque spesso mi rinchiudo in alcune zone di comfort e ogni giorno mi dico che non posso vivere giornate tutte uguali, altrimenti non si creano quegli spazi di cui vi parlavo prima. Quindi la domanda che mi faccio e ti faccio è:
Cosa posso fare ogni giorno, una volta a settimana, per fuggire dalla monotonia delle abitudini e cercare di fare spazio a nuove piccole emozioni, opportunità, esperienze per costruire la versione migliore di me?
Ciò che può aiutare ad arricchire le nostre esperienze è sicuramente nutrirci delle esperienze di altri. Film, podcast e libri sono una fonte meravigliosa per poter rivivere la vita degli altri e portarci a casa quella che vogliamo.
Per questo motivo ogni mese vi condivido ciò che Vedo, Leggo e Ascolto.
🎬 Visto:
Senza fare spoiler (Avatar - La via dell'acqua), lo so, è un pò banale trovarlo qui è sulla bocca di tutti. Vi dirò perché l’ho voluto citate qua.
Il film l’ho trovato anche più bello del primo. Ci sono un sacco di cose che ho raccontato in questa newsletter, zona di comfort, allargare gli orizzonti, cambiare contesti socioculturali etc. Un botto di tematiche antropologiche che sono perfettamente mixate insieme senza essere mai banali e scontate. Credetemi c’è l’intera umanità lì dentro, raccolte in 3 ore di film.
🎙️Ascoltato:
One More Time è il podcast di Luca Casadei, un podcast che parla di rinascita, passando dal fallimento. Lo trovo davvero molto bello, ascolto qualche puntata al mese mentre faccio commissioni.
La puntata che vi consiglio di ascoltare è quella con Jacopo De Carli, l'arte al servizio delle sneakers. Jacopo è un ragazzo che ha cambiato famiglia, contesto culturale, sociale, si è confrontato con diverse realtà imprenditoriali, ha fatto mille cose che bene o male gli hanno fatto trovare il proprio posto nel mondo.
Inoltre Luca Casadei, vero la fine, da una lezione di Personal Branding a Jacopo e a tutti coloro che sapranno cogliere la “ramanzina” che vale più di tutti i corsi e i video che ho io abbia mai visto sul Personal branding. Luca ne sa di questa roba, è stato il talent scout dei Me contro Te e di tante altre celebrità.
📚Letto:
Ultimo ma non meno importante parliamo di libri, il libro di questo mese è Niente di vero tranne gli occhi di Giorgio Faletti. Premetto che adoro i primi due libri di Faletti. Ha uno stile di racconto molto cinematografico, quando descrive le scene e i personaggi è pazzesco, sembra che le sue parole disegnino la scena e i caratteri dei personaggi nella mia mente!
Il libro è un thriller psicologico, ogni personaggio ha una storia e degli aspetti pazzeschi, in molti di loro possiamo rivedere parti di noi e perché no prendere qualcosa da loro.
Ci sono due investigatori in caccia dell'assassino che compone i cadaveri delle vittime come personaggi dei Peanuts (quelli di Snoopy). La trama ha colpi di scena che ti fanno dire <<waaaa, ma che caxx!>>.
Il Racconto è scorrevole e si sofferma molto sulla psicologia dei personaggi. Adatto per inserire qualche mattoncino nei nostri spazi volutamente lasciati vuoti.
Gustosissima :-)
E mo me tocca farla pure a me :-)
Insieme a qualche carosello giusto per tenere "alta la media" ;-)
Grazie per aver condiviso queste parole. :) Spero che la nostra avventura ci dia tanto quanto la tua aha dato a te